Bjarke Ingels e la concezione di metallo

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Nel suo editoriale di aprile, Bjarke Ingels, guest editor di Domus, esplora il ruolo fondamentale che il metallo riveste nella nostra vita quotidiana, un materiale che è diventato invisibile, ma essenziale in ogni aspetto della nostra esistenza.

Dal Centre Pompidou alle navette spaziali, il metallo è ovunque, formando l'infrastruttura su cui poggia il nostro mondo moderno.

Ogni sistema che compone la nostra civiltà, dalle linee energetiche alle fabbriche, dai magazzini ai data center, è avvolto in involucri di metallo, custodendo al suo interno macchine metalliche che fanno funzionare tutto.

La logistica globale si muove su mezzi di trasporto in acciaio: flotte navali, treni e camion sono tutti realizzati con questo materiale che collega ogni angolo del pianeta. Aerei e veicoli spaziali sono progettati con leghe di alluminio verniciate a polvere, mentre l'innovativa Starship di SpaceX sfida la tradizione con il suo profilo in acciaio inossidabile, un simbolo di innovazione e resistenza.

Nel suo articolo, Ingels riflette anche sull'impatto estetico e simbolico del metallo: pensiamo ai pannelli bianchi e alla ceramica nera dello Space Shuttle, che hanno ispirato le visioni futuristiche di Star Trek e Guerre Stellari. Questi ambienti immaginati, interamente rivestiti da metallo, sembrano prefigurare un futuro tecnologico fatto di superfici lisce, brillanti e funzionali, che ci parlano della nostra incessante ricerca di perfezione e innovazione.

Il metallo, infatti, è il materiale che regge la struttura invisibile della nostra vita quotidiana. La sua presenza, pur discreta, è assolutamente vitale. Questo numero di aprile di Domus esplora come i metalli siano diventati il cuore pulsante della modernità, dalle forme più tecniche alle finiture estetiche. I metalli non solo rispondono a esigenze funzionali, ma sono anche in grado di raccontare storie, evolversi nel tempo e adattarsi alle necessità del presente.

Il metallo è disponibile in una gamma di colori, finiture e leghe sorprendenti, che spaziano dai più grezzi e sabbiati, fino ai più sofisticati come i metalli spazzolati, galvanizzati, inossidabili o ossidati. Sebbene la loro applicazione in ambito edilizio sia spesso limitata alla superficie, per garantire caratteristiche di resistenza al fuoco e impermeabilità, la loro funzione va ben oltre la mera estetica.

Storicamente, i metalli sono stati utilizzati fin dai tempi più remoti per gioielli, armi e utensili. Gli antichi romani, ad esempio, li usavano per costruire acquedotti, molti dei quali foderati in piombo. Questo uso del piombo potrebbe essere stato anche uno dei fattori che hanno contribuito al declino dell'Impero Romano, a causa dei suoi effetti tossici. In architettura, i metalli erano impiegati per decorare le guglie e i tetti, come i tetti di zinco di Parigi o le guglie di rame di Copenaghen.

L'industrializzazione ha reso il metallo ancora più accessibile e versatile. La lavorazione dell'acciaio ha rivoluzionato l'architettura, consentendo la costruzione di strutture monumentali e moderne, che hanno definito la skyline delle città industriali. Una delle opere più emblematiche di questa evoluzione è la Torre Eiffel, progettata nel 1889 dall’ingegnere Gustave Eiffel. Con la sua struttura in acciaio, la torre rappresenta non solo un trionfo tecnico, ma anche l'inizio di una nuova era, in cui il metallo è divenuto il materiale simbolo della modernità.

Bjarke Ingels, con il suo approccio visionario, invita i lettori a riflettere su come il metallo, in tutte le sue forme e applicazioni, sia diventato l'elemento imprescindibile che tiene insieme la nostra società, la nostra architettura e il nostro futuro.

Nel panorama dell'architettura contemporanea, l’acciaio e l’alluminio sono più che semplici materiali da costruzione. Sono diventati i veri e propri protagonisti di una rivoluzione estetica e funzionale che ha segnato l'evoluzione della città moderna. Questi metalli, con le loro leggeri ma resistenti strutture, hanno dato vita a edifici che sono tanto iconici quanto funzionali, trasformando le metropoli in paesaggi di acciaio e vetro che sfidano le leggi della gravità.

Quali sono le origini?

La storia di questa trasformazione inizia con una visione audace. Quattro anni dopo George W.G. Ferris Jr., un ingegnere che si confrontava con lui in ambito innovativo, progettò la famosa Ferris Wheel per l’Esposizione Universale di Chicago del 1893. Questo evento, soprannominato White City (La città bianca), non solo presentò il genio ingegneristico del tempo, ma segnò l'inizio di una nuova era per l'architettura.

Le strutture, pur adornate con decorazioni di gesso, nascondevano sotto di esse un’ossatura che anticipava l'uso massiccio dell’acciaio come materiale strutturale.

Nel corso del Novecento, alcuni degli architetti più influenti hanno dimostrato come il metallo potesse trasformarsi in un linguaggio estetico e strutturale. Le Corbusier, ad esempio, promosse il calcestruzzo come materiale che andava oltre il suo aspetto grezzo, ma fu Mies van der Rohe a consacrare l’acciaio come simbolo dell’architettura moderna. Figlio di uno scalpellino, Mies ridusse la pietra a semplice ornamento, lasciando che fosse l’acciaio a sostenere e dare forma agli edifici. Da Villa Tugendhat (1930) a Farnsworth House (1951), le sue opere sono un inno alla purezza strutturale: ossa d’acciaio ricoperte da una pelle di vetro, un riduzionismo che ha reso l'acciaio il vero protagonista della sua architettura.

L’evoluzione dell’acciaio ha trovato il suo culmine in opere come la Crown Hall (1956) e la Neue Nationalgalerie (1968), dove ogni dettaglio pare riflettere l'intento del progettista di esaltare la bellezza della struttura metallica. Il Lake Shore Drive (1951), prototipo di edificio universale, e il Seagram Building (1958) sono esempi di come Mies abbia modellato l'acciaio come una seconda pelle per gli edifici del futuro, diffondendo il suo linguaggio in tutto il continente nordamericano.

Il Dopoguerra, specialmente a Los Angeles, ha visto un nuovo approccio nell’uso dell'acciaio. Un gruppo di giovani architetti, con il progetto delle Case Study Houses (1945-1966), ha esplorato le potenzialità dei materiali industriali, usando il metallo come componente fondamentale per un nuovo linguaggio postbellico. La Eames House (1949) ne è un perfetto esempio: una struttura di telai d'acciaio leggeri con facciate personalizzabili, che permette di scegliere il proprio habitat come se si stesse componendo un mobile.

Bjarke Ingels, nel suo editoriale, ripercorre il cammino che ha portato l’acciaio e l’alluminio a essere i veri protagonisti dell’architettura contemporanea. Per Ingels, la sua vera “scoperta” del metallo come materiale edile avviene con il Centre Pompidou (1977) di Renzo Piano e Richard Rogers. L'edificio, con la sua struttura esposta, ribalta le convenzioni tradizionali, mostrando la bellezza grezza e funzionale dei metalli. Anche la sede dei Lloyd's (1978-1986), sempre di Rogers, continua su questa strada, rivelando l'incredibile estetica dell’acciaio inossidabile, senza il bisogno di mascherarlo con vernici o rivestimenti.

La bellezza del metallo, tuttavia, non risiede solo nella sua perfezione industriale. L'uso del rame da parte di Herzog & de Meuron per la facciata della Signal Box (1994-1999) o l’adozione di acciaio grezzo da parte di RCR e di travi a doppia T da parte di Enric Miralles hanno dimostrato che il metallo può essere poetico e ricco, con tutte le sue potenzialità di invecchiamento e trasformazione.

Oggi, architetti come Junya Ishigami, Gerard Barron e Dominique Perrault continuano a spingere i confini dei metalli, esplorandone le diverse espressioni. Ishigami, ad esempio, studia l'acciaio con un occhio rivolto alla leggerezza eterea, mentre Barron raccoglie noduli polimetallici dalle profondità oceaniche per creare materiali capaci di trasformare l’energia globale, lontano dalle tradizionali tecniche di estrazione. L'opera di Perrault, capostipite del tessuto metallico in architettura, ha trasformato il metallo in una linguistica nuova, in cui la materia stessa diventa un veicolo di espressione.

Nel frattempo, anche il lavoro di studi come Atelier Deshaus e KWK Promes evidenzia come il metallo, nelle sue varie forme – dall’acciaio Corten al metallo anodizzato perforato – possa diventare un elemento dinamico che plasma lo spazio. Sam Chermayeff, con il suo design di arredi ispirati al linguaggio vernacolare, e Muller Van Severen, che celebra la leggerezza e l’eleganza dei tubi d’alluminio, mostrano come il metallo possa essere tanto materiale quanto sensibile, tanto funzionale quanto estetico.

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